venerdì 16 ottobre 2020

Natura e ambiente

E' autunno, la raccolta di funghi e castagne

rilancia le gite nei borghi lariani

Dalla ricerca dei prodotti di stagione al trekking sui sentieri rurali, molti gli spunti d’attrazione nei centi conaschi e lecchesi. I dirigenti di Coldiretti, Trezzi e Bonfiglio: “I nostri paesi custodi di prodotti e tradizioni, da valorizzare come valore aggiunto per il turismo”.

Lecco  – Una tendenza consolidata già in estate: i borghi rurali tra lago, collina e montagna attraggono sempre più un turismo di prossimità che, pure in un anno drammatico per il comparto, vede la campagna meta di diversi connazionali che scelgono le province del nord Lombardia per trascorrere qualche giorno di vacanza, in particolare nel fine settimana. E’ così anche in autunno, complice la partenza della stagione di raccolta di funghi e castagne - e la speranza di un bel tempo per i prossimi weekend, che possa consentire di “prolungare” la stagione turistica.

Le attività autunnali, in ogni caso, attraggono nelle due province lariane un buon numero di appassionati soprattutto dall’area metropolitana milanese: ad esse si aggiungono le opportunità offerte dall’escursionismo, dai sentieri in bicicletta al trekking che attraversa luoghi caratteristici del territorio, dalle coste del lago alle montagne delle valli tra Svizzera e Alto Lecchese, senza dimenticare i più semplici itinerari della pianura e Alta Brianza.

Il turismo autunnale è favorito anche dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali” afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi insieme al presidente dell’associazione agrituristica Terranostra Emanuele Bonfiglio. Nella nostra provincia, paesi e valli sono scrigno di risorse preziose, come i formaggi d’altura, le uve da vino che in queste settimane vedono la conclusione della vendemmia (in particolare con il taglio della varietà Nebbiolo) e gli olivi carichi dei loro frutti in attesa di essere raccolte. Il paesaggio rurale lariano è segnato - oltrechè dalle bellezze del lago di Como, del Ceresio e dei laghi minori - dalle produzioni agricole e dai pascoli che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico. Si tratta di un valore aggiunto non solo ambientale ma anche di armonia e bellezza che rappresenta anche un elemento di attrazione turistica che sempre più identifica il territorio all’estero, di cui l’agroalimentare made in Italy è senza dubbio il fiore all’occhiello.

Un patrimonio immateriale condiviso con il resto del Bel Paese: il 92% delle produzioni tipiche nazionali secondo una recente indagine Coldiretti/Symbola, nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. A garantire l’ospitalità nei piccoli centri è soprattutto una rete nazionale composta da 24mila agriturismi: queste strutture, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile, nell’estate del Covid, garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche.

Proprio per questo il 56% dei cittadini – continua la Coldiretti interprovinciale di Como e Lecco - ritiene che l’agriturismo rappresenti una risorsa importante per il rilancio della vacanza Made in Italy duramente colpita dal calo di presenze determinato dall’emergenza cororavirus.

 Concludono Trezzi e Bonfiglio.La vacanza nei piccoli borghi, da sempre fortemente caratterizzati dalla presenza dell’agricoltura, rappresenta un esempio di turismo sostenibile prezioso per il sistema Paese che, se adeguatamente valorizzato, può sempre più confermarsi quale risorsa strategica per il nostro futuro” concludono Trezzi e Bonfiglio.

Red.

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