giovedì 12 aprile 2018

Personaggi e ricordi


Vincenzo Torriani, il patron del Giro d'Italia
Il Panathlon Club Lecco lo ha ricordato con un incontro alla presenza del figlio Gianni, autore del libro dedicato al padre, per 47 anni direttore della gara ciclistica più amata dagli italiani

Lecco  – È stato Gianni Torriani, figlio del patron del Giro d’Italia Vincenzo Torriani, il protagonista della conviviale del mese di aprile del Panathlon Club Lecco, svoltasi presso la sede del sodalizio in Canottieri Lecco. La serata, promossa e organizzata dal socio Gianni Menicatti, è stata dedicata alla presentazione del libro “L’Ultimo patron” uscito nel 2017 edito da Ancora: un ritratto che vuole essere innanzitutto una testimonianza della vita sportiva e pubblica di Vincenzo Torriani, organizzatore del Giro d’Italia per quasi 50 anni.


(Da sinistra Benedetti, Menicatti, Torriani e Cariboni) 

L’idea di scrivere questo libro – ha raccontato Gianni Torriani, figlio primogenito del ‘Patron’ – mi è venuta a quasi vent’anni dalla scomparsa di mio padre, avvenuta nel 1996. Com’era possibile, mi sono chiesto, che a nessuno fosse ancora venuto in mente di creare una memoria di Vincenzo Torriani, per ben 47 anni al timone della manifestazione sportiva forse più amata d’Italia? Così, dopo essermi consultato anche con il vice direttore della Gazzetta Pier Bergonzi, ho deciso di farlo io. Ho ricevuto tanto, tantissimo supporto, ero preoccupato all’inizio ammetto di aver pensato di fare una cosa più grande di me, d’altronde non ero uno scrittore, non avevo mai scritto un libro. Ma la mia idea piacque così tanto che tutti mi spronarono a farlo”.
Ben lontano da una mera biografia “L’Ultimo Patron” si presenta come un dialogo/intervista tra padre e figlio: “Non volevo fare un elenco di nozioni, date e situazioni – ha spiegato Torriani – ma qualcosa di più innovativo, che facesse più presa. Così ho immaginato questa conversazione con mio padre, in cui gli chiedevo del Giro, del suo lavoro, della sua vita. Per farlo ho utilizzato documenti e foto storiche, credo di essere riuscito a tirare fuori un bel ritratto, sicuramente il suo percorso di vita”.


(La copertina del libro scritto da Gianni Torriani)

Vincenzo Torriani nasce a Novate Milanese nel 1918 e a partire dal 1948 diventa direttore unico del Giro d’Italia: “Il vostro motto, ‘uniti nello sport’ è lo stesso di mio papà: lui amava lo sport, e amava la bicicletta, anche se non ci è mai andato tanto. Organizzare il Giro d’Italia non è una cosa da poco, gli portava via tantissimo tempo, era poco a casa. Il suo impegno però lo ha portato a far diventare questa manifestazione sportiva un vero e proprio evento: il Giro d’Italia grazie a mio padre è entrato nelle case degli italiani”.
Spazio anche agli aneddoti, da quelli legati all’indimenticabile ammiraglia sulla quale Torriani passava (sua l’idea di creare una botola sul tetto per uscire e seguire il Giro), all’amore per la sigaretta (‘è l’unica cosa che brucia d’amore per me!’), a quell’incontro con Padre Pio che, quasi a conoscere le sue peripezie lo aveva ribattezzato ‘mai a casa’.
Mio papà era un visionario, aveva un carattere particolare di sicuro, spesso si scaldava, ma era anche profondamente legato alle persone. Agli amici, ai contatti che aveva in tutta Italia e che gli hanno permesso di trasformare il Giro e portarlo alla fama a cui oggi è. Un grande uomo, che doveva essere ricordato”.
Sia il presidente Riccardo Benedetti che Gianni Torriani hanno ricordato anche il grande rapporto di stima e di amicizia che legava Vincenzo a Renato Corbetta.
Non era raro per noi salire a Introbio alla Cademartori dove, accompagnati da Corbetta e da Lino Cademartori, sceglievamo i taleggi migliori direttamente dalla grotta”.
Alla serata ha partecipato anche il Presidente del Panathlon Club Como, Achille Mojoli.
Il libro di Gianni Torriani – ha affermato - offre una toccante testimonianza del grande uomo che era Vincenzo. Il tutto è reso ancora più interessante dal ritmo incalzante della narrazione. ‘L’ultimo Patron’ parla di un visionario, di un uomo che aveva coraggio, che osava. Oggi nessuno è come lui, è qualcosa che manca”.
Al termine il presidente del Panathlon Club Lecco Riccardo Benedetti ha consegnato un ricordo al relatore dando appuntamento ai soci per la conviviale di maggio dedicata al motociclismo.
Red.

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