giovedì 16 novembre 2017
Agricoltura e tradizione
A Casargo va in scena la 27^ edizione
della Mostra Regionale della Capra Orobica
Sabato 18 e domenica 19 novembre torna l'attesa rassegna valsassinese
tra le più seguite da allevatori e pubblico
Casargo - Torna in Valsassina sabato 18 e domenica 19 novembre la tradizionale Mostra Regionale della Capra Orobica, organizzata dall’Associazione Provinciale Allevatori di Como e Lecco con la collaborazione di vari Enti. L'appuntamento di Casargo giunge oramai alla sua 27° edizione e rappresenta uno degli eventi più sentiti dagli allevatori e dai visitatori.
La mostra come tradizione si articola su due giornate, durante le quali si terranno diversi eventi tra cui la sfilata e la valutazione dei capi, la graduatoria e la proclamazione dei vincitori da parte della giuria la domenica.
In particolare per sabato 19 novembre è stato organizzato un percorso didattico per gli alunni della Scuola Primaria di Casargo sulla lavorazione del formaggio e della lana, che si chiuderà con la visita di una mostra fotografica sugli alpeggi.
Domenica 20, invece, è prevista la sfilata e la valutazione delle capre orobiche, con la proclamazione dei vincitori da parte della giuria. Durante tutta la giornata saranno allestite bancarelle con prodotti tipici legati al mondo dell’agricoltura.
Il programma completo della rassegna è il seguente:
Sabato 18 novembre:
– ore 8 arrivo, sistemazione e marcatura animali
– dalle ore 9 alle ore 12 percorsi didattici
– ore 13 inizio lavori valutazione animali da parte della giuria
– ore 18 S. Messa in onore dei defunti caprai
– ore 19.30 cena e a seguire musica popolare e serata degli allevatori
Domenica 19 novembre:
– ore 9.30 valutazione capre e finale
– ore 11.30 proclamazione campioni
– ore 12 pranzo
– ore 14 premiazioni
Conosciamo la capra
La capra è, insieme alla pecora, uno dei primi animali ad essere stato addomesticato. L'allevamento caprino si è sempre rivelato prezioso per l’uomo, che ne ricava carne e latte, generalmente destinato alla caseificazione, lana e pelle.
È un animale intelligente e curioso, che ben si adatta a condizioni di allevamento difficili e a pascoli poveri. Il fabbisogno alimentare di una capra è pari a un decimo di quello di una bovina, ma la sua produzione di latte è, in rapporto, superiore.
La sua golosità, insieme alla sua buona agilità, porta sempre la capra a cercare gli alimenti più appetitosi e a compiere anche lunghi o ripidi percorsi per procurarseli. Le capre trovano molto appetibili gli apici dei rami e degli arbusti e i germogli, tanto che un pascolo non controllato può causare dei danni alla vegetazione presente.
Queste sue caratteristiche hanno fatto sì che l’allevamento della capra si sviluppasse soprattutto in zone di montagna e collina, anche caratterizzate da pascoli di difficile accesso o con limitate risorse nutrizionali. Le grandi aziende caprine di pianura o fondovalle, caratterizzate da una gestione dell’allevamento di tipo intensivo e da grandi stalle e attrezzature, sono nate piuttosto di recente, sulla scorta dell’esempio francese, da sempre all’avanguardia in questo settore.
Negli ultimi anni l’allevamento della capra è stato senz’altro rivalutato, grazie alla tendenza generale alla valorizzazione delle produzioni non standardizzate, alla riscoperta delle tradizioni, alla maggiore attenzione verso gli aspetti ecologici e salutistici. Dal punto di vista ambientale, l’allevamento caprino si propone come un valido sistema di difesa del territorio montano e collinare. La capra contribuisce infatti a tenere puliti i boschi, a liberare i pascoli dalla flora arbustiva (rododendri, rosa canina, ginestre, rovi, ontano verde) e, insieme a bovini e ovini, a consumare l’erba dei pascoli evitando la formazione di uno stato di erba secca, sopra il quale può facilmente scorrere la neve, provocando slavine. In senso più esteso, l’allevamento caprino contribuisce a mantenere la presenza dell’uomo nelle aree più marginali e svantaggiate, aiutando a renderle una risorsa economica altrimenti non sfruttabile.
Red.
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