giovedì 6 novembre 2014

Le novità Moto Guzzi


La Moto Guzzi allarga la famiglia delle ammiraglie 
Al Salone di Milano presentate la nuova Eldorado, la Audace e la California 1400 Touring S.E.  Moto che esprimono fascino e tradizione in un mix tra passato e futuro 

Milano - Il Salone di Milano 2014 regala una ventata di novità in Casa Moto Guzzi. Cresce infatti la flotta delle grandi Moto Guzzi con la nuova Eldorado, la Audace e la California 1400 Touring S.E., che affiancano le già esistenti California 1400 Custom e Touring.
La Moto Guzzi Eldorado è l'ultima evoluzione della bicilindrica a V di 90° con trasmissione cardanica introdotta negli States sul finire degli anni sessanta dall’importatore Berliner Group. Quarant’anni dopo, questa esperienza si ripete nella forma e sostanza della nuova Eldorado.
Da vicino si evidenzia come questa Moto Guzzi abbia preservato la personalità della progenitrice traghettandola dal passato al futuro lungo la via dell’evoluzione tecnologica e della continuità stilistica. L’effetto flashback si accende nei dettagli: le ruote a raggi, il serbatoio con le guance cromate, la sella oversize, il parafango posteriore con il faro a gemma, il manubrio a corna di bue, il maniglione passeggero.


Ribassata nell’assetto grazie alle nuove ruote a raggi da sedici pollici che calzano pneumatici a fascia bianca (130/90 anteriore e 180/65 al posteriore) polarizza l’attenzione sui nuovi avvolgenti parafanghi. L’anteriore è particolarmente “pulito” nel disegno per valorizzare il possente l’avantreno mentre il posteriore, al contrario, è l’elemento più polarizzante dello stile di questa elegantissima Moto Guzzi. La sua forma morbida e generosa s’integra con i nuovi ammortizzatori full cover, il gruppo ottico posteriore a gemma e i classici indicatori di direzione arrotondati.
All’anteriore anche l’Eldorado, come la Touring e la Custom, è riconoscibile per l’originale proiettore a superficie complessa con faro polielissoidale dotato d’illuminazione diurna con led DRL. Rimanendo in tema di tecnologie digitali, particolarmente appagante è la strumentazione, racchiusa in un quadrante circolare da ben 150 mm di diametro con la scala del contagiri analogico ricavata lungo la circonferenza esterna e il display multifunzione full-matrix sospeso al centro, il tutto racchiuso, come in un orologio di lusso, dentro una luccicante cassa cromata.

Sulla Eldorado, non si sale ma ci si accomoda in sella. Posta a soli 724 mm dal suolo, la nuova sella, unita alle generose pedane floorboard e alla confortevole impugnatura del manubrio a corna di bue, è invito sedersi, premere il bottone dell’avviamento e lasciare che l’asfalto scorra sotto i piedi per almeno 300 chilometri, tanto è l’autonomia minima garantita dallo scultoreo serbatoio da 21 litri.
Se la strada è lunga si può attivare il cruise control premendo il tasto sul blocchetto elettrico destro e veleggiare a ascoltando i battiti del bicilindrico a V di 90° filtrati dal fissaggio elasto-cinematico del big block, sapendo che, in caso di necessità o per puro appagamento personale, la trasmissione cardanica sarà pronta a scaricare a terra fino a 120 Nm a 2750 giri. Immutato tecnicamente, il bicilindrico conferma la sua monumentale architettura esaltata dai coperchi valvole lucidati e serigrafati Moto Guzzi e dalla fitta e levigata alettatura di raffreddamento. Il motore è il riferimento assoluto della categoria nel rapporto cilindrata-prestazioni-consumi, grazie all’ottimo rendimento termodinamico unito all’evoluta gestione elettronica Ride-by-wire multimappa. Questa tecnologia permette, di poter scegliere fra tre mappature del motore: Turismo, Veloce e Pioggia. Non solo: anche la dinamica del veicolo è tenuta sotto controllo dalla presenza, del controllo di trazione (MGCT) d’ultima generazione, settabile su tre livelli d’intervento per innalzare la sicurezza attiva senza pregiudicare prestazioni e piacere di guida.

E veniamo alla Audace. Appariscente, muscolosa, cattiva, l’Audace si fa riconoscere immediatamente dal frontale, reso più leggero stilisticamente dal gruppo ottico circolare e dalla presenza del parafango in carbonio montato su una forcella priva dei cannocchiali di copertura. Non ha cromature, ogni dettaglio meccanico, ogni più piccola parte metallica a vista è scura come la notte, condizione ideale per godersi in solitario una moto dalla calamitante bellezza come l’Audace. La luce arriva solo nel netto contrasto con il colore che la fascia lateralmente e che fa scoprire numerosi dettagli inediti. Come il puntale sottocoppa, che ne incattivisce la vista laterale, la griglia metallica del radiatore e lo scarico corto a megafono, dall’aspetto clandestino ma già omologato Euro 4.

 
 
Modificati anche i fianchetti laterali, alleggeriti come il supporto pedana passeggero. Spariscono le pedane a piattaforma, presenti su tutte le altre sorelle come il comando del cambio a bilanciere per lasciare spazio a pedane più sportive, avanzate e al classico pedale del selettore del cambio.
Particolarmente curata la sella, rivestita con skai alcantara dalle cuciture rosse a vista, ribassata nella seduta e integrabile con uno strapuntino per il passeggero. Nuovo anche il manubrio drag bar, che, grazie alla posizione avanzata delle pedane e al diverso piano di seduta della sella, determinano una posizione di guida più allungata e dominante.
Di particolare pregio sono anche i coperchi valvole bruniti, gli ammortizzatori posteriori dotati di serbatoio del gas separato e le ruote in lega personalizzate con il logo Moto Guzzi, i minimali specchietti. Imponente e aggressiva, l’Audace sembra caricata sul retrotreno come un grosso felino pronto a scaricare la sua forza esplosiva per graffiare l'asfalto lasciando l'impronta del suo pneumatico posteriore oversize 200/65. La generosità del bicilindrico a V di 90° da 1400 cc made in Mandello è cosa ormai arcinota e sull’Audace, grazie al nuovo impianto di scarico riprogettato nella fluidodinamica, ha guadagnato nuovo vigore agli alti regimi.
Ne consegue che, grazie anche a qualche chilo in meno, l’Audace è sicuramente più rapida nello scatto da fermo. Di certo è quella che sarà più utilizzata con la strategia di erogazione “veloce” e sulla quale vigilerà maggiormente il controllo di trazione MTGC.

La regina California Touring cambia d'abito e prevede per il 2015, oltre al Nero Ambassador e al Bianco Eldorado, una nuova versione denominata “S.E.” Caratterizzata da una nuova veste grafica two-tone, questa versione, dotata di schienalino e maniglione passeggero integrato, esalta la virtuale continuità con le antenate attraverso la reinterpretazione di numerosi stilemi. Tra questi i più evidenti sono legati al profilo della sella, al maniglione cromato e i fianchetti laterali ispirati alla T3 oltre a un rapporto tra le dimensioni del serbatoio e del motore a favore di quest’ultimo, proprio come nello stile delle gloriose V7 e V850. A quest’impressione contribuisce soprattutto l’ingegnoso serbatoio, realizzato in metallo, con un corpo centrale da 21 litri e due fianchi laterali, sui quali è incassato il logo dell’Aquila, sagomati sui possenti gruppi termici il motore da 1400 cc a testa tonda.
 
L’impressione è ulteriormente accentuata dall’andamento orizzontale dei lucidissimi silenziatori che terminano in corrispondenza con il parafango posteriore, plasmato sull’impressionante pneumatico da 200 e dotato di uno spettacolare duplice gruppo ottico a led che integra anche gli indicatori di direzione. La vista anteriore non è da meno, con un proiettore anteriore a superficie complessa con faro polielissoidale dotato d’illuminazione diurna con led DRL. La particolare forma poligonale del proiettore domina il sontuoso frontale, arricchito, secondo la tradizione della California, dall’immancabile parabrezza e dai faretti supplementari, verniciati in tinta con la carrozzeria e dai nuovi deflettori anteriori. Le ruote in lega leggera, dall’originale disegno a millerighe come la cornice del faro anteriore, dei faretti supplementari, del manubrio e dei coperchi valvole. Anche la forcella anteriore da 46 mm è un’altra citazione alle gloriose antenate: completamente sigillata dagli imponenti “cannocchiali” ora cromati.
Destinata ai grandi macinatori di chilometri, la California Touring S.E. è imbattibile per confort e capacità di carico, grazie alla sua generosa sella e alle capienti ed eleganti valigie laterali da 35 litri alla presenza del cruise control e all’azione smorzante delle vibrazioni attuata dal fissaggio elasto-cinematico del propulsore. Quest’ultimo è lo scultoreo big bore da 1380 cc, primatista assoluto del segmento per prestazioni e consumi e dotato della gestione elettronica del propulsore Ride-by-wire multimappa. Questa tecnologia permette, di poter scegliere fra tre mappature di gestione del motore: Turismo, Veloce e Pioggia. La dinamica del veicolo è tenuta sotto controllo dalla presenza del controllo di trazione (MGCT), settabile su tre livelli d’intervento per innalzare la sicurezza attiva senza pregiudicare prestazioni e piacere di guida.


Una Moto Guzzi proiettata nel futuro, ecco la specialissima MGX-21! 
In un Salone di Milano 2014 ricchissimo di sorprese e novità, anche Moto Guzzi ha sopreso tutti quanti presentando una concept avveniristica. Ed ecco, accanto alle nuove Eldorado e Audace, la spettacolare MGX-21. Moto nata intorno al cuore più grande e possente che il marchio dell’aquila abbia mai realizzato, il poderoso V-twin da 1400 cc.



MGX-21 è l’emblema, la sintesi più estrema, di questo progetto affascinante e coraggioso, è una idea sorprendente che apre una nuova via al touring secondo Moto Guzzi. MGX-21 prende e combina elementi, cerca il contagio con culture diverse ma elabora ogni fondamento per ricondurre tutto alla esperienza di guida che è propria di ogni moto della Casa mandellese. Ecco la spettacolare ruota anteriore da 21”, straordinariamente evocativa, ecco un ambiente nuovo e avvolgente per il rider ma, sopra a tutto, ecco la guidabilità leggendaria di una Moto Guzzi. Nasce così il progetto MGX-21, avendo sempre chiara la direzione: essere una Moto Guzzi “dentro”, sentire sempre lo scorrere della strada sotto le ruote, avvertire sempre tra le gambe il battito del grande bicilindrico da 1400cc che, come accade dal 1921, è costruito a mano sulle rive del Lario e pronto per tutte le frontiere del mondo.
Gianluigi Castelnovo

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