Il sen. Arrigoni: "Le Province
ora sono il capro espiatorio"
LECCO - Lega Nord, Forza Italia, Fratelli d’Italia ma anche Udc si schierano contro il decreto Delrio che prevede lo svuotamento delle province. Lunedì 17 marzo presenteranno infatti nel corso del consiglio provinciale un ordine del giorno che “impegna la Giunta provinciale di Lecco a farsi promotrice, in tutte le sedi competenti di una richiesta di sospensione dell'esame in Parlamento del disegno di legge AS. n. 1212, recante Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni, ma anche di una richiesta di avvio di una riforma costituzionale che attribuisca alla responsabilità delle singole regioni il compito di disciplinare, mediante la soppressione di tutti gli enti intermedi (Comunità Montane, Consorzi, Enti parco, ecc.) e la nascita una nuova forma associativa, di primo livello con l’elezione degli organi di governo da parte dei cittadini, le modalità di esercizio delle funzioni di area vasta, tenendo conto dei connotati particolari del proprio territorio”.
Che la Lega Nord fosse contro questo pasticciato provvedimento è cosa nota, rilevante è che l’ordine del giorno sia stato sottoscritto, oltre che da tutte le componenti della maggioranza di Villa Locatelli, anche dall’Udc. “Le Province sono diventate il capro espiatorio da sacrificare per l'ondata demagogica e di antipolitica che flagella l’Italia, un sentimento che anche il nuovo premier Renzi cavalca abilmente”, evidenzia Paolo Arrigoni, capogruppo della Lega Nord in Provincia, che fa notare: “Il ddl Delrio passato dalla Camera è ora fermo da settimane al Senato: forse il nuovo governo sta ripensando al provvedimento o, molto più probabilmente, sono consci delle difficoltà che presenta, in quanto NCD – secondo azionista dell’Esecutivo Renzi - è contrario al provvedimento in particolare nella parte che riguarda le province”.
Il ddl Delrio è “un provvedimento confuso, con norme ingarbugliate, che non semplifica, non sburocratizza, e piuttosto aumenta la confusione sulle funzioni e sulla gestione dei servizi a livello locale, creando nuovi problemi a imprese e cittadini – sottolinea Arrigoni - E’ mancato il coraggio di intervenire a risolvere i nodi che avranno immediato impatto: l’aumento dei costi che deriverà dall’attuazione e il caos sui servizi essenziali, la cui erogazione è lasciata a complicate intese e convenzioni tra enti. Salta completamente qualunque certezza sulle responsabilità delle istituzioni locali rispetto al loro operato”.
Eppure esperti giuristi unanimemente hanno giudicato il testo come incostituzionale, senza contare lo studio della Corte dei Conti, che indica i reali aumenti della spesa che questa norma produrrà a fronte di risparmi, irrisori e tutti da dimostrare. Anche una ricerca dell’Università Bocconi del dicembre 2011 ha evidenziato come il trasferimento di funzioni dalle province verso i Comuni, anche costituitisi in Unioni, non migliora l’efficienza del sistema.
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