martedì 21 gennaio 2014

PER INIZIATIVA DELL'ISTITUTO MARIA AUSILIATRICE DI LECCO

La speranza, una virtù in contropiede
Se ne parla il 25 alla Casa dell'economia
Simona Atzori
LECCO - "La speranza, una virtù in contropiede". La speranza è l'elemento chiave di creatività e arricchisce la vita di ciascuno di noi con una prospettiva di miglioramento della società, nel riconoscimento di un bene comune.
Questo il titolo e il tema del convegno organizzato in occasione del proprio 50esimo anniversario dall’Istituto Maria Ausiliatrice e in programma il 25 gennaio, alle 20.45, presso l’Auditorium della “Casa dell’economia” in via Tonale a Lecco.
L’incontro, moderato da Lorenzo Binini, affronta il tema del “rieducare alla speranza”, tra danza e testimonianza con due ospiti di spicco: Simona Atzori, ballerina, artista e pittrice, e don Fabio Attard, salesiano di Don Bosco, consigliere mondiale per la pastorale giovanile.
L’adolescenza è un tempo carico di entusiasmo e aspettative e ha bisogno di ali grandi per volare. Oggi ci troviamo davanti a un’idea di futuro sempre più incerta che priva i giovani della libertà di sognare i propri sogni. Ma, come ebbe a dire Charles Peguy, "è sperare che è difficile e quel che è facile, ed è la tendenza, è disperare ed è la grande tentazione”.
Don Fabio Attard
“Le parole di Peguy sono quantomai attuali - osserva suor Cristina Merli, preside della scuola - La tentazione della disillusione, dell’apatia, del fare progetti dal fiato corto e a breve termine spesso ci attanaglia".
"L’Istituto Maria Ausiliatrice - aggiunge la religiosa - non intende rassegnarsi alla disperazione. Spesso sentiamo nella società affermarsi un modo di pensare sbagliato a cui vogliamo reagire: non c’è lavoro, è inutile sognare, bisogna accontentarsi senza dare voce agli slanci del cuore. Noi educatori non ci stiamo, i ragazzi che abitano la nostra casa non ci stanno. Come Charles Peguy, vogliamo scommettere sulla speranza. Una speranza fondata, certa, che ci spinge all’impegno, a pensare in grande, ad essere creativi per noi, per la nostra città, per l’intera società, come voleva don Bosco”.
Il rapporto educativo è fondamentale per coltivare il seme della speranza. E’ un veicolo per i giovani ad aprirsi all’umanità che li circonda per costruire rapporti autentici con l’altro e maturare una serenità interiore che è forza per affrontare il mondo.
“Questa serata – conclude suor Cristina- vuol essere un inno alla speranza, un messaggio per tutti i giovani e gli adulti: un presente buono è possibile, un futuro buono dipende anche da noi, oggi. Don Fabio e Simona, con la loro testimonianza, ci aiuteranno a crederci”.
L’incontro sarà preceduto da un saluto di suor Maria del Carmen Canales in rappresentanza della Superiora generale.

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