domenica 26 gennaio 2014

LA SERA DI GIOVEDI' 30 GENNAIO

Varenna, torna la "giubiera"!
VARENNA - Lo scorso anno l’evento era andato in archivio con un vero e proprio record di presenze e quest’anno gli organizzatori auspicano che all’edizione 2014 della “giubiera” si possa accompagnare un successo analogo. L’appuntamento è a Varenna la sera di giovedì 30 gennaio, quando appunto andrà in scena il corteo della "giubiera", riproposto di anno in anno a fine gennaio per iniziativa dell'Associazione culturale “Luigi Scanagatta” nel segno della tradizione popolare introdotta in tempi assai lontani per scacciare i rigori dell'inverno. Mai come lo scorso anno, si è detto, le aspettative legate a questo singolare “rito” erano andate esaudite. La temperatura più che accettabile aveva infatti contribuito a portare per le strade della “perla del Centrolago” un bel numero di ragazzi e di adulti.
La sera del 30, dunque, il copione si ripeterà, con ritrovo in piazza San Giorgio per le ore 20.30. Da lì muoverà il chiassoso corteo che - rigorosamente dominato dal frastuono delle latte, delle pentole e dei barattoli trainati da grandi e piccoli - percorrerà le strade e le contrade varennesi. L’ultimo atto della serata sarà rappresentato dal ritrovo presso la sede in Contrada dell’Arco dell’Associazione Scanagatta, assolutamente lodevole anche in questo suo sforzo di tener vive le tradizioni. Qui saranno offerti alla cittadinanza e a chiunque vorrà intervenire vin brulé e torte.
La manifestazione potrà contare sulla collaborazione del gruppo Alpini di Varenna.
Si suppone che la tradizione di ogni ultimo giovedì di gennaio risalga nientemeno che al periodo romano. “Forse anche le antiche feste sementine del calendario latino che ricorrevano sul finire di gennaio - spiegano i responsabili dell’Associazione Scanagatta - hanno avuto una loro parte nella genesi di questa tradizione, che mescola il culto di Giove (da qui la celebrazione di giovedì, ndr) con la festa delle sementi. Infatti proprio Giove era venerato anche come protettore dell’agricoltura”.
“La tradizione nei nostri territori - aggiungono - risale quindi ai tempi remoti delle colonizzazioni etrusche e romane, qualcosa come due millenni addietro, in cui si celebrava questo rito pagano allo scopo di propiziare una buona primavera per avere raccolti abbondanti”. “La fine della stagione fredda - concludono - e l’avvicinarsi del momento della rinascita primaverile erano accolti con giubilo, da cui il termine “giubiera”. In seguito il rito si trasformò in una festa rumorosa voluta per scacciare l’inverno”.
Anticamente si trascinavano le catene dei camini, sporche di fuliggine, per le contrade del paese fino alla loro totale pulizia. Oggigiorno il loro posto è stato preso come detto da barattoli, pentole, latte e campanacci.

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