domenica 22 dicembre 2013

IL SENATORE LEGHISTA TORNA SUL PROVVEDIMENTO

Arrigoni: “Brivio, Renzi e il Pd ora
si stracciano le vesti per il gioco d’azzardo”
LECCO - “Ha tanto il sapore di una scusa non richiesta la presa di posizione del sindaco di Lecco, Virginio Brivio, sul gioco d’azzardo”. Così il senatore leghista Paolo Arrigoni torna sull’emendamento votato in settimana al Senato anche dal Pd che, di fatto, “ha protetto i concessionari e punito gli enti che tentano di porre un limite a queste pratiche degradanti, che mettono i cittadini sul lastrico facendo leva sulla disperazione e su sogni di guadagni che non arriveranno. Insomma questa “excusatio non petita” sa tanto di ammissione di colpevolezza”.
“L'emendamento (che taglia i trasferimenti erariali a Regioni e Comuni che hanno adottato provvedimenti antislot, ndr) non è stato un blitz dell'ultimo secondo perché, prima che in Aula, era stato approvato il giorno precedente in Commissione bilancio e, per una volta, era scritto in modo molto chiaro e non criptico.
Altro che errore di disattenzione, come crede Virginio Brivio! 
Se l’approvazione fosse dovuta davvero alla disattenzione, i senatori Pd andrebbero cacciati per manifesta incapacità”, rincara la dose Arrigoni.ù
“La verità è che il Pd, come il Ncd, è piegato alle lobby dei concessionari, giustificandosi poi maldestramente, il tutto per garantire il bilancio dello stato - conclude Arrigoni, che da sindaco di Calolziocorte aveva svolto una seria opposizione alla proliferazione del gioco d’azzardo nella cittadina lecchese - Tutto ciò è veramente squallido perché fatto sulle spalle dei cittadini deboli. Governo e maggioranza intimidiscono Regioni come la Lombardia e comuni come Calolziocorte che si sono dotati di leggi e regolamenti restrittivi!”.
A giudizio sempre del parlamentare lecchese, con questo pessimo debutto alla guida del Pd la Lega vuole vedere scoperte le carte di Renzi che, indignato, si è affrettato a dire di voler “bloccare la porcata sulle slot”. “Gli suggeriamo due strade risolutive quale mandato da dare ai suoi deputati alla Camera – conclude Arrigoni – O far decadere interamente il decreto, così da cancellare anche il vergognoso condono di 4 miliardi regalato al comune di Roma, oppure votare l’emendamento già depositato del Carroccio per cancellare questa ignobile norma".

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