lunedì 4 novembre 2013

IL PRESIDENTE ROCCA E LE RECENTI MISURE DELL'ESECUTIVO

I dottori commercialisti al ministro:
"Quale strategia per far ripartire il Paese?"
LECCO - “Privilegiare la stabilità a ogni costo ricorda l’immagine di un uomo legato sui binari della ferrovia: è bloccato, è sicuramente stabile, ma non potrà muoversi né spostarsi e finirà per essere travolto dall’inevitabile arrivo del treno, che nel nostro caso è rappresentato dall’avanzare di quei Paesi che oggi corrono velocemente sulla via dello sviluppo”. Così Antonio Rocca (nella foto), presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della provincia di Lecco, ha sintetizzato oggi il suo punto di vista sulla situazione economica a Flavio Zanonato.
E ha incalzato il ministro dello Sviluppo economico nel suo intervento in Camera di Commercio con una domanda diretta: “Qual è la strategia per far ripartire il nostro Paese?”. Rocca ha infatti passato al setaccio le ultime misure varate dall’esecutivo evidenziando come, “tra ICI-IMU-TARES-TARI-TASI-TRISE, il livello d’imposizione molto probabilmente si alzerà”. Se un plauso va al taglio del cuneo fiscale, “purtroppo l’importo pare del tutto insufficiente a garantire una reale spinta verso lo sviluppo”. Troppo timidi risultano gli interventi in termini di contenimento e di taglio, o forse meglio di blocco degli aumenti, della spesa dello Stato, e in particolare di quella improduttiva.
Fattore positivo appare il potenziamento dell’ACE che favorisce la capitalizzazione delle imprese, “ma anche in questo caso l’aiuto appare francamente modesto e vi sono forti dubbi circa il fatto che l’agevolazione possa trovare concreta applicazione”.
Un punto assai dolente, che riguarda da vicino anche i professionisti, è quello relativo all’introduzione dell’obbligo di certificazione per accedere alla compensazione di crediti vantati verso l’erario per importi superiori a 15.000 euro: “La norma farà sì che gli incolpevoli soggetti che sventuratamente vantano un lecito credito verso lo Stato si troveranno nella condizione di non poterlo utilizzare in compensazione a causa dei costi connessi. La conclusione paradossale è che anche chi vanta crediti per importi pari o addirittura superiori sarà costretto ad effettuare pagamenti di imposte”.
Rocca ha poi auspicato “un’ulteriore riflessione sulla nuova previsione di dismissione di beni dello Stato, che sia tesa alla riduzione del debito e non vada ad alimentare la spesa corrente”. “Se la via maestra è quella di puntare su giovani, formazione, ricerca e sviluppo, innovazione ed alta tecnologia, internazionalizzazione, cosa diversa dalla delocalizzazione, delle imprese: quali sono gli strumenti che il governo intende attivare per promuovere tutto ciò?”, ha chiesto Rocca al ministro, per concludere con un appello: “Si provi con coraggio e determinazione a dare concreta attuazione al tanto decantato ed atteso progetto di sviluppo, avviando quell’intervento di forte discontinuità capace di invertire la situazione di stallo della nostra economia".

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