martedì 3 settembre 2013

LA DENUNCIA DI DAVIDE GIANOLA

L'Api di Lecco: "La Tares rischia di diventare
una vera e propria stangata per le Pmi"
LECCO - “La Tares rischia di diventare una vera e propria stangata per le Pmi”. A denunciarlo è Davide Gianola (nella foto, Impianti Elettrici Gianola Enrico Sas di Lecco), consigliere dell’Api di Lecco con delega all’ambiente e alla sicurezza, che al rientro dal periodo estivo ha trovato ad attenderlo la nuova tassa sui rifiuti, la Tares. “La situazione è insostenibile. In un periodo di crisi come quello che l’economia sta affrontando, c’è la necessità di rilanciare l’impresa e far sì che questa operi in un ambiente disponibile alla crescita e alla ripresa. Ci troviamo invece a combattere quotidianamente con una fiscalità che appesantisce le Pmi”, ha dichiarato Gianola.
Osservazioni, quelle dell’Api di Lecco, che la Confapi ha già raccolto in una lettera aperta inviata al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, e per conoscenza al ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, al ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio e al ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo. La lettera, sottoscritta anche da Aiab, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, evidenzia richieste precise: “Occorre inserire chiari e efficaci sistemi premianti per i comportamenti virtuosi di cittadini e aziende, facendo pagare meno chi produce meno rifiuti indifferenziati, nel rispetto del principio comunitario del “chi inquina paga”; liberare il tributo sui rifiuti dalla copertura dei costi dei “servizi indivisibili”, eliminando la maggiorazione di 0,30 euro per metro quadro, perché non correlati in alcun modo alla produzione dei rifiuti e all’esigenza di responsabilizzare i comportamenti individuali applicando criteri meritocratici”. Queste solo alcune delle richieste espresse da Confapi.
Nella lettera le associazioni si sono dichiarate preoccupate perché fino a oggi la discussione si è concentrata molto sulla modifica dell’imposta sulla casa e poco sulla Tares, che nella versione attuale rischia di essere un nuovo pesante aggravio per tutte le utenze che producono rifiuti, senza prevedere alcun principio di premialità per i comportamenti virtuosi, anche perché comprende la copertura dei costi dei cosiddetti “servizi indivisibili” che poco hanno a che fare con la gestione dei rifiuti”. “Se modificata in questo senso – conclude Gianola – la Tares potrebbe effettivamente incidere sui comportamenti individuali, premiando quelli virtuosi attraverso criteri meritocratici, eliminando i tributi non correlati alla produzione dei rifiuti o all’esigenza di responsabilizzare i comportamenti”.
Oggi in Italia solo alcune centinaia di enti locali fanno pagare in base alle quantità di rifiuti effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale, con risultati importanti sulla prevenzione, sull’avvio a riciclaggio e sulla riduzione delle quantità di rifiuti avviate a smaltimento. Eppure sarebbe possibile affrontare concretamente la sfida della riduzione dei rifiuti, come è riuscita a fare ad esempio la Germania, utilizzando una equa leva economica, introducendo un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi, a partire dalla riforma del nuovo tributo.

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