LECCO - “Senza impresa non c’è crescita né occupazione. Se chiudono le imprese chiude l'Italia! C’è la necessità di scelte coraggiose per ridurre i costi e le zavorre per chi crea lavoro e sviluppo. La politica ha il dovere di agire con tempestività e in profondità”. E’ uno dei passaggi salienti della relazione del presidente nazionale di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea svoltasi ieri a Roma all’Auditorium Conciliazione e a cui ha partecipato una delegazione lecchese composta dal presidente Peppino Ciresa, dal direttore Alberto Riva, dal membro di Giunta Lucio Corti, dal presidente dei Giovani, Claudio Somaruga, e dall’addetto alle relazioni esterne Marco Magistretti.
Un’assemblea movimentata e caratterizzata dalla questione dell’Iva. Sull’incremento dell’aliquota dal 21 al 22% le parole di Sangalli, interrotte da applausi convinti, sono state durissime: “Va scongiurato l'ulteriore aumento di un punto, serve un approccio senza se e senza ma! L’aumento sarebbe benzina sul fuoco della recessione”. Sul tema Iva si è invece preso i fischi il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, che ha ammesso di non poter garantire lo stop all’aumento per mancanza di fondi: “La volontà c’è, ma non posso promettere nulla”.
Da sinistra Alberto Riva, Peppino Ciresa, Claudio Somaruga e Lucio Corti |
Il direttore Riva si sofferma sul tema del lavoro: "Il passaggio centrale sull'occupazione ha giustamente ribadito come il terziario di mercato sia l'unico grande settore capace di dare occupazione. Ma perché questo accada bisogna rivedere la flessibilità in entrata, ridurre il costo del lavoro, cambiare le nuove norme sull’apprendistato. In pratica va rivista al più presto la riforma Fornero che ha portato rigidità, burocrazia e aggravio di costi per le imprese".
Lucio Corti rimarca un altro messaggio di Sangalli ("che ha sempre una marcia in più"): "Il richiamo alla concretezza è stato importante: basta parole, è tempo dei fatti. La contestazione a Zanonato? L'aumento dell'Iva non è uno scherzo, è un balzello che colpirà e farà male".
Somaruga mette l’accento sul passaggio in cui Sangalli ha evidenziato il fondamentale contributo delle imprese del commercio, dei servizi e della logistica: “Gli imprenditori però vengono visti dalla classe politica come pecora da tosare! Prova ne è che la Pubblica amministrazione paga poco o non paga i propri fornitori, ma gli imprenditori devono comunque produrre senza incassare e obbligatoriamente fornire servizi”. E continua: ”Ancora una volta Sangalli ha dimostrato di avere ben salde in mano le redini della Confederazione quando ha placato personalmente gli animi dei presenti verso un'ingenua ammissione di impotenza da parte di un ministro”.
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