giovedì 23 maggio 2013

TUTTO ESAURITO IERI A LECCO AL TEATRO DELLA SOCIETA'

Walter Bonatti, genialità e passione
raccontati da Rossana Podestà
di Claudio Bottagisi
LECCO - Una serata di immagini, parole e musica. E di emozioni. Una serata dedicata a Walter Bonatti. Una serata per sognare, perché - come era solito dire proprio il grande alpinista ed entusiasta esploratore - “si deve sognare, altrimenti se all’uomo mancano i sogni è tutto finito”.
Una serata, quella di ieri al Teatro della Società, inclusa nella rassegna “Monti sorgenti” e organizzata dal Cai Lecco per raccontare la vita straordinaria di un uomo che voleva conoscere il mondo non soltanto salendo le vette più alte e le pareti più impervie ma anche attraversandolo nei suoi luoghi più sconosciuti. E affascinanti.
E’ stato proprio Bonatti a raccontarsi nel primo filmato mostrato al pubblico che gremiva il teatro, quel Bonatti che in un’intervista spiegava che “soltanto nella solitudine si impara a conoscersi”, che “il progresso che viviamo oggi è la morte della natura” e che “dobbiamo sempre tener vivo il bambino che è in noi”.
Dal racconto alle emozioni il passo è stato breve perché la successiva testimonianza di Rossana Podestà, compagna di Bonatti nella vita di ogni giorno, è stata un susseguirsi appunto di emozioni. “Sono stata fortunata a incontrare Walter - ha premesso - che ho conosciuto quando già da sei anni non facevo più l’attrice”. Poi via agli aneddoti, simpatici e in taluni casi anche teneri. “Al nostro primo incontro a Roma - ha ricordato - mi colpì vederlo guidare l’auto con due dita soltanto. Poi abbiamo fatto una lunga passeggiata e lui più di una volta ha cercato di mettere la sua mano nella mia. Alla fine c’è riuscito. Sì, mi ha preso la mano e me l’ha tolta soltanto quando è morto”.
“Con lui ho vissuto trent’anni meravigliosi”, ha aggiunto Rossana Podestà, che ha quindi ricordato anche i momenti trascorsi con Bonatti all’Argentario. “In quel periodo andavo tutti i giorni in palestra - ha spiegato - così quando nella mia vita è entrato l’uragano Bonatti io ero abbastanza forte per poterlo sostenere… Vederlo come toccava la roccia era bellissimo. La montagna ti parla, mi diceva, non ti uccide, ma devi capirla e conoscerla”. Ma era un compagno ingombrante, Walter? “Beh, spostarsi con lui era come andare in giro con la Madonna di Lourdes. Tutti volevano vederlo, ascoltarlo, toccarlo. Solo in quel senso era ingombrante…”.
Verrebbe da dire, ascoltando la Podestà, che Bonatti non se ne sia mai andato. “Ogni giorni in effetti Walter è con me - ha detto ieri sera a teatro - ma fino alle 7 della sera, perché fino a quell’ora mi occupo di lui. Ho un archivio fotografico con qualcosa come 80.000 foto da digitalizzare… Poi però, dopo il tramonto e la sera, mi manca. Non l’ho più vicino e mi manca, terribilmente”.
Le parole hanno poi lasciato il posto alle immagini, con la proiezione di un filmato girato dallo stesso Bonatti in Patagonia nel 2002. Quindi spazio allo spettacolo “In capo al mondo” curato da Teatro Invito e messo in scena con bravura da Luca Radaelli, che era accompagnato alla chitarra da Maurizio Aliffi. Un viaggio con Walter Bonatti per regalare al pubblico il fascino dell’avventura e delle conquiste ma anche per raccontare le sue imprese e i suoi sogni di uomo libero.
Di seguito, le immagini della serata di ieri al Teatro della Società di Lecco (cliccare sulle foto per ingrandirle).

(FOTOSERVIZIO CLAUDIO BOTTAGISI)










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