Maggi: "O i politici si danno una mossa o sarà la fine"
di Claudio Bottagisi
LECCO - Un grido d’allarme. Di più, una vera e propria denuncia di una situazione al limite dell’insostenibile e un accorato appello circa l’esigenza di proteggere il tessuto produttivo e l’occupazione con interventi immediati e concreti. Confindustria Lombardia guarda al presente (e più ancora al futuro) del Paese con legittima preoccupazione, consapevole che in questa fase di straordinaria difficoltà la crisi sta minando anche il sistema produttivo della regione più avanzata - la Lombardia, appunto - con il tasso di disoccupazione che sfiora ormai l’8% (e che tocca il 25% per quanto riguarda la componente più giovane) e con l’utilizzo della cassa integrazione nelle sue diverse forme aumentato del 7,5%.
Una situazione grave, anzi gravissima, che non ha risparmiato il Lecchese come sottolineato oggi pomeriggio da Giovanni Maggi, presidente di Confindustria Lecco, nella conferenza stampa convocata nella sede di via Caprera dell’associazione imprenditoriale. “Nel 2012 sono stati persi seimila posti di lavoro - ha detto - e la disoccupazione è arrivata a superare il 6%. Molte imprese sono a rischio chiusura e, ciò che è peggio, stanno saltando anche le piccole realtà. La crisi, insomma, è devastante”.
Di fronte a una situazione simile stupisce che la politica non dia un minimo segnale di risveglio. “Sì, è semplicemente inammissibile che il mondo politico non si dia una mossa - ha affermato Maggi - A Roma da 40 giorni i nostri politici si limitano a uscire a pranzo e a cena anziché preoccuparsi di dare un governo al Paese e prendere coscienza del momento drammatico che stiamo vivendo”. “All’estero diamo la sensazione di un Paese decotto, di una nazione senza futuro - ha detto sempre il presidente - e di questo passo non potremo che finire male”.
Non tutto è perduto, tuttavia, a giudizio del numero uno di Confindustria, ma non c’è altro tempo da perdere. E occorre che la politica si decida una volta per tutte ad ascoltare gli imprenditori, dunque a ascoltare chi produce. Giovanni Maggi ha ribadito l’esigenza di ridurre il regime fiscale, di sbloccare i debiti pregressi della Pubblica amministrazione, di un rifinanziamento massiccio degli ammortizzatori sociali e di una revisione dei meccanismi della cosiddetta “riforma Fornero”, sia per quanto riguarda il lavoro sia in relazione al sistema pensionistico.
“E’ altresì indispensabile - ha dichiarato dal canto suo Giulio Sirtori, direttore di Confindustria Lecco - promuovere un accordo con gli istituti bancari e agevolare l’accesso delle imprese al credito”.
Dati sconfortanti arrivano nel frattempo anche dall’indagine congiunturale relativa a febbraio svolta dall’Osservatorio rapido congiunto di Confindustria Lecco e Confindustria Como. “Rispetto a gennaio - ha spiegato Mauro Medola - sono rallentati sia la domanda sia l’attività produttiva e il mercato domestico è fermo. Anche l’export mostra preoccupanti segnali di rallentamento e le previsioni non sono positive, con oltre un terzo delle imprese che ritiene possibile un’ulteriore contrazione dei livelli”.
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