LECCO - Condividere la vita di un uomo che, attraverso il viaggio e l’esplorazione, si lasciava contaminare dall’incontro con il nuovo, animato dal profondo desiderio di raccontare le sue esperienze. Nasce proprio da questo intento il progetto della mostra “# (hastag) carlomauri io sono qui” che verrà allestita dal 24 marzo al 26 maggio presso il Palazzo delle paure in piazza XX Settembre a Lecco.
La conferenza stampa di presentazione della mostra. |
“Mauri è stato un alpinista, un esploratore e un reporter - ha affermato dal canto suo l’assessore alla Cultura, Michele Tavola - un uomo con un'incredibile energia. E la mostra al Palazzo delle paure non mancherà di sottolineare l’attualità e la contemporaneità del suo pensiero e del suo stile di vita”.
Paolo Vallara e Francesca Mauri, figlia del "Bigio". |
Un’esposizione dedicata a Carlo Mauri era già stata allestita con successo lo scorso novembre a Malgrate. Ma i visitatori della rassegna lecchese dedicata al “Bigio” (che sarà inaugurata alle ore 18 di sabato 23 marzo) non vedranno la stessa mostra. “Quella allestita al Palazzo delle paure - ha specificato Paolo Vallara, curatore della mostra - sarà una sorta di evoluzione dell’evento malgratese. Mauri era motivato dal desiderio di ricerca e conoscenza dell’umanità e della natura, in un periodo storico in cui solo i viaggi di pochi uomini permettevano di “rimpicciolire il mondo”. Le sue fotografie, i suoi scritti e i suoi filmati erano il mezzo attraverso il quale far conoscere culture e luoghi lontani. Questo patrimonio era importante allora ma è ancora più prezioso oggi, con la rete e la velocità di comunicazione che trasforma, a volte, il significato di parole quali avventura, attesa, nostalgia, scoperta. Il web è uno lo strumento democratico e contemporaneo che consente l’interscambio totale tra le persone”.
“La mostra fotografica “# (hastag) carlomauri io sono qui” - ha aggiunto - intende sottolineare l’attualità e la contemporaneità del pensiero e delle immagini di Carlo Mauri. Alpinista prima, esploratore poi, figura globale e contemporanea. L’hastag (#, cancelletto) è un simbolo che nasce dalla rete e sta a indicare una sottolineatura, un rimarcare un argomento sul quale viene richiesto un dibattito. Una parola topica. Quello che, nelle sue avventure, ha sempre voluto e cercato il “Bigio”. L’interazione, l’influenza reciproca, la contaminazione. Cercare attraverso la condivisione una forma di conoscenza allargata. Più vera e più sincera”.
Insomma una mostra interattiva a tutti gli effetti. Una mostra da non perdere.
Claudio Bottagisi
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