BELLANO - L’immancabile sigaro tra le dita, ha varcato l’atrio della Casa del popolo accolto da un applauso. A fare gli onori di casa il sindaco di Bellano, Roberto Santalucia, che gli ha donato il libro “Il paese dei pittori” di Giancarlo Vitali, “il padre putativo - come l’ha definito il primo cittadino - di questa nostra terra”. Don Andrea Gallo, il “prete del marciapiede” da decenni impegnato al fianco degli ultimi, dei diseredati, degli emarginati, organizzatore e animatore a Genova della Comunità di San Benedetto al Porto, ha richiamato ieri sera a Bellano centinaia di persone.
Si è subito definito “sovversivo e anarchico” (“se guardate bene, troverete le mie foto anche in Questura a Lecco”, ha scherzato) e ha detto di essersi laureato all’“università della strada” semplicemente perché , come cantava Gaber, “c’è soltanto la strada su cui puoi contare”.
Vicino agli 85 anni (è nato nel luglio del 1928), prete dal 1959, don Gallo a Bellano ha parlato della Chiesa, di politica, degli anni del fascismo e della lotta di Resistenza, degli scandali che hanno investito in tempi recenti il Vaticano, di Israele e del dramma dei palestinesi ("Vittorio Arrigoni, ucciso a Gaza, era di queste parti e il suo motto Restiamo umani non dev'essere dimenticato"), ma pure della crisi economica che sta investendo il Paese. Poi di Berlusconi, di Obama, di Marchionne, di Formigoni (“l’avrà poi fatto davvero il voto di castità?”), del G8 di Genova, di Mario Monti (“il chierichetto del capitalismo”), del nuovo Papa ("da lui ho già visto qualche segnale importante") e del Sessantotto. Ma anche di amore e del Vangelo.
“Ci provo ogni giorno a seguire il mio Gesù liberatore - ha affermato - e tutti noi dovremmo cercare il fuoco del Vangelo, la buona novella, perché Gesù è la buona notizia e perché Dio è amore”. Ha quindi insistito sul concetto di mettersi al servizio degli altri. “Chi non lo fa - ha detto - non ha niente a che vedere con Gesù, perché un buon cristiano il crocifisso deve averlo dentro e dev’essere pronto a dare la vita perché tutti siano rispettati nei loro diritti”.
Si è anche rivolto ripetutamente, don Andrea Gallo, alle donne presenti in sala. “Siete voi al centro del mondo - ha affermato - perché se il mondo va avanti lo dobbiamo al grembo materno e perché all’amore non può mancare il ruolo femminile, non può mancare la tenerezza”. E la politica? “Oggi questo nostro Paese è purtroppo ingovernabile - ha dichiarato - Molti voti sono andati dispersi, ci sono state parecchie astensioni e il governo che faranno adesso durerà sì e no tre o al massimo quattro mesi”. Poi una provocazione sullo scandalo che ha investito di recente il Vaticano. “Non lo vengano a raccontare a me - ha detto con un sorriso ironico - che l’unico responsabile era il maggiordomo…”. Non sono però neppure mancati, nell’intervento di don Gallo, i richiami alla speranza. “E’ bello e confortante vedervi qui così numerosi e attenti - ha detto - perché proprio la vostra presenza mi fa dire che la forza vi sostiene ancora e che forse non è proprio vero che il mondo sta morendo”.
Quindi un simpatico invito, giocato sulla celeberrima frase che Papa Giovanni XXIII pronunciò nel 1962, la sera dell’apertura del Concilio. “Tornando a casa - ha detto scherzosamente - troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: questa è la carezza del... Papa Gallo”. E mentre don Andrea sventolava la bandiera della pace, una canzone di Fabrizio De Andrè accompagnava il congedo dei bellanesi dal “prete del marciapiede”.
Claudio Bottagisi
Di seguito, le immagini dell'incontro di ieri sera a Bellano con don Andrea Gallo (cliccare sulle foto per ingrandirle).
(FOTOSERVIZIO CLAUDIO BOTTAGISI) |
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