"Il tuo sorriso mi faceva vedere il tuo cuore"
MANDELLO LARIO - La parrocchiale del Sacro Cuore gremita e tante gente anche sul piazzale antistante la chiesa. Così Mandello ha tributato oggi pomeriggio l'ultimo saluto a Ugo Balatti. Momenti di preghiera si sono alternati ad altri di profonda commozione. Il rito funebre è stato celebato dal parroco, don Pietro Mitta. Al suo fianco il direttore della "Casa don Guanella" di Lecco, don Agostino Frasson, con don Ottavio. Poi i coadiutori don Michele e don Andrea. Ai piedi dell'altare il labaro listato a lutto della sezione di Lecco dell'Associazione Atleti Olimpici Azzurri d'Italia. Nei primi banchi la mamma di Ugo, Ida, la moglie Giusy e il figlio Fabio, i fratelli e la sorella.
All'omelìa don Pietro ha parlato di sgomento e incredulità di fronte alla triste realtà della morte. "Oggi è buio per tutti noi - ha detto - e tutto ci appare senza senso. Il dolore ci avvolge in modo prepotente ed è giusto lasciare uno spazio alle lacrime e, perché no?, anche alla rabbia". "Ma qui, come sul Calvario, il buio - ha aggiunto - non dura per sempre perché poi subentra la luce, un po' come il sole che questa mattina faticava ad affacciarsi e invece adesso splende in cielo".
"Da lassù Ugo - ha detto sempre il sacerdote - sprona la mamma, la moglie, il figlio e a tutti noi dice: "Coraggio, ora non fermatevi, perché il cammino può essere duro ma è bello". E un giorno ci ritroveremo insieme a vivere per sempre nella gioia piena".
Don Agostino Frasson ha poi ricordato con commosse parole l'amico scomparso (su questo stesso blog il testo integrale dell'affettuoso ricordo del direttore della "Casa don Guanella") . "Non avrei mai voluto che arrivasse questo momento - ha esordito - perciò ora lo vivo con il dolore nel cuore, consapevole tuttavia che la strada del nostro don Guanella ha incontrato quella di Ugo".
Al termine del rito è stata intonata l'Ave Maria, dopodiché un esponente del "Team Extreme Team" del quale Balatti era presidente si è rivolto idealmente proprio a Ugo: "Oggi ti chiamo Ughetto per via di quel tuo fisico sempre asciutto e sempre giovane. Siamo sbigottiti per quanto accaduto... E dire che in più occasioni avevi rischiato la vita, come quando in montagna eri caduto in un precipizio, ma te l'eri sempre cavata. Non questa volta. Eri un combattente, un vincitore nato, una forza della natura e il tuo allenamento era andare a spaccare legna nel bosco. No, non dovevi lasciarci...".
Commosso anche il ricordo tracciato da Giorgio, uno tra i più grandi amici di Ugo. "Ti ho incontrato quattro anni fa - ha detto con la voce rotta dal pianto - con don Agostino. Guardavo le tue mani e il tuo sorriso. Le tue mani rappresentavano la tua storia e il tuo sorriso mi faceva vedere il tuo cuore e la tua semplicità". Poi il congedo: "Guarda, Ugo, quanta gente è venuta oggi a salutarti. Mi mancherai tantissimo". E in chiesa è salito alto un applauso.
Claudio Bottagisi
(cliccare sulle foto per ingrandirle)
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