venerdì 22 febbraio 2013

OGGI L'ADDIO A UGO BALATTI (2)


Un uomo "oltre"
Un bellissimo, tenero e affettuoso ricordo. Così don Agostino Frasson, direttore della "Casa don Guanella" di Lecco, "racconta" Ugo Balatti:

"Quando lo incontrai 4 anni fa per la prima volta fu per caso (noi diciamo, a Casa don Guanella, che nulla succede per caso ma per disegni strani della Divina Provvidenza), non in una chiesa o al supermercato, ma per strada, in bicicletta. Rimasi subito attratto dal suo carisma, dalla sua immediatezza e spontaneità Gli parlai dei progetti che avevo in mente e subito ne rimase coinvolto. Nacque una bella e profonda sintonia forse perché a Casa don Guanella non ti avvicini se “non ti manca una rotella” e lui era proprio così: estroso e bizzarro, dinamico, senza peli sulla lingua, sprizzava entusiasmo da tutti i pori della pelle. Un’ amicizia allargata a tutti coloro che vivono nella mia comunità: ragazzi, sacerdoti, volontari e educatori. Quando arrivava Ugo era subito gioia, una gioia che si faceva servizio. Era diventando un volontario dell’associazione “prendersi per mano” e lo ricordiamo alle bancarelle dell’artigianato del "don Guanella" e poi a servizio in mille modi.
La bicicletta era per noi uno strumento che facilitava la confidenza, la relazione, il confronto. Mi parlava di se stesso, della sua vita, delle sue ansie e sembrava che attraverso la piacevole fatica del pedalare insieme i nostri pesi diventassero più leggeri.
Mi parlava di suo papà quando era infermo e di quanto fosse stato importante per lui. Sentivo dentro di lui un profondo amore per la propria famiglia, unito anche al suo sentirsi inadeguato e desideroso di perfezionare quella scorza ruvida e impulsiva (“perché ci sei tu, altrimenti non sai cosa avrei fatto…”). Dietro questa ruvidità si celava un animo generoso, estrosamente sottile, direi quasi artistico, naif. E lui mi leggeva negli occhi e sapeva sentire le mie preoccupazioni, si era creata una vera empatia.
Lo vedevamo pedalare a dorso nudo con la bici e il suo marsupio con il sorriso e una battuta sempre pronta per tutti. Ci vedevate spesso pedalare insieme e ridavate dicendo "eccoli lì, il diavolo e l’acqua santa". Mi mancheranno tanto quei momenti!
Qualcuno non si capacitava di tale amicizia, che ci ha portato anche da Lecco a Roma, insieme a tanti veri amici che ricordo con i soprannomi che lui stesso, con la sua fantasia aveva dato a ciascuno: dribbling, gamba curta, tira sass, Pantani, salotto, centrifuga, il chierichetto, il caporale, il professore, Toro seduto, penelessa, pastina, penna bianca, ammiraglio, scioglilingua, il solitario, pininfarina. Una bella banda. Un pellegrinaggio in bicicletta indimenticabile, dal 19 al 22 ottobre 2011 per la Canonizzazione di don Guanella. Aveva una preoccupazione: "Dovrò andare a messa tutti i giorni, come farò?”. E in una sua testimonianza proprio durante una omelìa partecipata ci disse commosso quanto avesse gustato quei momenti di riflessione.
Ugo Balatti (in questa foto ritratto con Felice Gimondi) nel settembre scorso a Lecco
Ogni anno a conclusione dell’anno ciclistico siamo soliti andare in pellegrinaggio in bicicletta alla Madonna di Montallegro a Rapallo. Lo scorso anno partecipò anche Ugo. Non vi dico la festa che con lui si è creata. Aveva messo sul manubrio una trombetta con due rami di rosmarino perché voleva cuocerci tutti, diceva. Lo chiamerei un uomo “oltre”. Oltre le apparenze, per arrivare a ciò che è essenziale. Oltre le parole, per regalarci gesti sinceri di amicizia. Oltre le formalità, per arrivare al cuore. Oltre la tristezza, per donarci gioia. Oltre i riti, per arrivare all’invisibile.
L’anno prossimo ti vedremo ancora sulle strade delle gran fondo? Chiedeva a Ugo un giornalista e lui così rispondeva: "Sì, certo. Quest’inverno mi allenerò smontando il tetto di casa e andando nel bosco a fare i miei cento quintali di legna...".
Non ti vedremo più, caro Ugo, scorazzare con noi per le strade, ma ti vedremo guardando oltre come sapevi fare tu, guardando il cielo".

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