martedì 5 febbraio 2013

CON UNO SPETTACOLO E UNA CERIMONIA

Lecco onora domenica 10 il "Giorno del ricordo"
LECCO - Per domenica 10 febbraio, in occasione del Giorno del ricordo istituito in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, la Provincia di Lecco e il Comune organizzano due iniziative. Alle ore 17, al Teatro della Società, si terrà lo spettacolo Il sentiero del padre - viaggio tra i segreti delle foibe carsiche, di e con Davide Giandrini, per la regia di Franco Palmieri, organizzato nell’ambito della rassegna Circuiti Teatrali Lombardi, con ingresso libero. Alle 18.15 si terrà la cerimonia commemorativa, organizzata in collaborazione le associazioni “Comitato 10 febbraio” e “Comunità Lecchese Esuli Giuliano-Dalmati”, con il seguente programma: ritrovo al Teatro della Società, partenza corteo per Riva Martiri delle Foibe, interventi autorità, deposizione omaggio floreale.
“Nel Giorno del ricordo - dice il presidente della Provincia, Daniele Nava - vogliamo rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e delle vittime delle foibe, dell'esodo di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale. 350.000 italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia furono costretti a scappare e ad abbandonare terra, case, lavoro, amici e affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. Si è trattato di un imperdonabile orrore contro l'umanità, senza dimenticare l'odissea dell'esodo, del dolore e della fatica della ricostruzione. A queste vittime possiamo rendere omaggio ricordando e condannando, assumendoci la responsabilità di aver negato per troppo tempo la verità storica”.
“L’orrore di quei tempi bui non deve essere dimenticato - dichiara il sindaco di Lecco, Virginio Brivio - La commemorazione delle vittime delle Foibe è un momento significativo e toccante, che esprime una profonda commozione e libertà. È importante ricordare coloro che hanno perso la vita per aver voluto conservare il proprio patrimonio culturale e la propria dignità di italiani. Coltivare la conoscenza e l’approfondimento di quel periodo, dimenticato per anni, è il miglior rimedio contro il qualunquismo e contro la possibilità che quelle pagine della nostra storia possano ripetersi”.

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