lunedì 28 gennaio 2013

OGGI COMMERCIO E ARTIGIANATO MOBILITATI

"Se affondano le imprese affonda anche il Paese"
Il drappo nero all'esterno del Palazzo del Commercio
LECCO - "La politica non metta in liquidazione le imprese". Non tanto, o per meglio dire non solo uno slogan ma una ferma richiesta da parte di commercianti e artigiani alla politica. A quella stessa politica che con scelte in molti casi scellerate ha messo in ginocchio gli operatori di entrambe le categorie produttive. L'odierna giornata nazionale di mobilitazione voluta da Rete Imprese Italia per denunciare la drammatica situazione cui si è giunti per colpa di un sistema fiscale assurdo e insostenibile, di una burocrazia esasperante e della crescente difficoltà di ricorrere al credito sta facendo sentire i suoi effetti anche a Lecco.
Confcommercio e Confartigianato sono scese in campo insieme e hanno fatto sentire la loro voce. Un grido d'allarme vero e proprio, quello lanciato dalle due associazioni di categoria. E un invito alla politica a ripartire dalle ragioni dell'economia reale, che sono poi le ragioni delle imprese e del lavoro. "In Italia muore un'impresa ogni minuto - ha detto nel suo appassionato intervento Giuseppe Ciresa, presidente di Confcommercio Lecco - e ciò è drammatico. Ecco perché vorremmo che questa giornata coinvolgesse l'intera città. Qui si muore davvero e se i politici non metteranno le imprese al primo posto nella scala dei valori, siamo tutti inevitabilmente destinati ad andare a fondo".
Un momento dell'incontro di stamattina
Giuseppe Ciresa (in primo piano) e Daniele Riva

Altrettanto esplicito il presidente di Confartigianato Imprese Lecco. "La situazione è molto grave - ha detto Daniele Riva nell'incontro svoltosi nella tarda mattinata odierna in una sala del Palazzo del Commercio - perciò è fondamentale che le nostre due associazioni di categoria abbiano deciso di organizzare insieme questa manifestazione". "La spina dorsale del Paese siamo noi - ha aggiunto - e questo i politici non devono dimenticarlo. Confidiamo allora nel prossimo Governo e speriamo che mandare a Roma qualcuno dei nostri possa servire a portare avanti le nostre istanze e a farle arrivare nelle sedi opportune. Noi abbiamo bisogno di fatti, non di promesse. E neppure di politici che si limitano a darci ragione e poi non fanno nulla di concreto". "Certo - ha rincarato la dose Giuseppe Ciresa - occorre stare alle calcagne dei politici. Tra un mese andremo alle urne e i candidati che non ci sono vicini non vogliamo neppure vederli".
Quindi il via all'elenco delle strategie prioritarie da perseguire per tornare a crescere: ridurre la pressione fiscale ("perché ad esempio in Austria si pagano tasse nella misura del 25% - è stato detto - e da noi in una percentuale ben più elevata?"), dare nuovo credito alle imprese, portare avanti un'azione di semplificazione normativa e di snellimento burocratico, sviluppare le imprese per lo sviluppo del mercato del lavoro, che oggi in Italia soffre di una debolezza strutturale legata a molteplici vincoli gestionali e, non ultimo, investire sulle infrastrutture e nel campo energetico.
Intanto all'esterno del Palazzo del Commercio di Lecco oggi dal balcone sventola un grande drappo nero. Per il commercio e per l'artigianato è un giorno di lutto. Ma è un giorno di lutto in generale per l'economia.
Claudio Bottagisi

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