Moto Guzzi, 100 anni di storia gloriosa
Mandello - Buon anniversario Moto Guzzi. Una
storia lunga 100 anni, affascinante e ricca di gloria. E’ il 15
marzo 1921 quando nasce la Moto Guzzi. Con un capitale di 500.000
lire viene costituita la “Società Anonima Moto Guzzi”. Sono i
primi passi di un’avventura straordinaria, la nascita di un marchio
che attraverserà il secolo ad ali spiegate. Soci dell'impresa sono
Emanuele Vittorio Parodi, noto armatore genovese, il figlio Giorgio e
l'amico Carlo Guzzi, suo ex commilitone nella Regia Aviazione insieme
all'amico Giovanni Ravelli, aviatore come lo stesso Parodi, deceduto
l'11 agosto 1919 durante un volo di collaudo. Alla sua memoria si
deve l'introduzione dell'Aquila ad ali spiegate nel logo Moto
Guzzi. Il
primo prototipo viene realizzato nella cantina di casa Guzzi, con
l’aiuto del fabbro Giorgio Ripamonti (noto come il fèree).
Denominata G.P. con le iniziali dei soci, è una motocicletta di 500
cc, con distribuzione in testa a quattro valvole. La potenza erogata
è di 12 cv, la velocità massima di 100 km/h. Un modello che trae
numerosi spunti dalla tecnica aviatoria, ben conosciuta dal
progettista. In seguito abbandonato il marchio G.P. che poteva essere
confuso con le iniziali di Giorgio Parodi, nasce la denominazione
Moto Guzzi.

(Sopra l'atto costitutivo)La prima motocicletta è la
mitica Normale, con 8 CV di potenza, il primo modello
commercializzato. L’unico modo per far conoscere le prestazioni
della moto è iscriverla a una corsa. E’ l’esordio sui campi di
gara, un’altra data storica. La competizione è
il Raid Nord – Sud, sul percorso Milano – Napoli. Partecipano due
Guzzi, che concludono entrambe la gara seppure lontano dal podio.
L’appuntamento con la vittoria è però solo rimandato. Un mese
dopo, il 25 settembre 1921, la Moto Guzzi conquista la prima storica
vittoria alla Targa Florio con Gini Finzi. Con
le prime vittorie aumentano subito le richieste. Già a fine 1921
vengono costruite 17 moto del modello Normale, al prezzo di 8500
lire. La produzione da artigianale si trasforma in industriale e
viene costruito uno stabilimento su un’area di 300 metri quadrati
in cui lavorano 17 operai. Inizia l’ascesa. Nel 1923 il marchio
Moto Guzzi è già conosciuto e ammirato ovunque. L’anno dopo
arriva la prestigiosa conquista del Campionato d’Europa a Monza,
dove la Moto Guzzi arriva prima, seconda e quinta con il modello C
4V, un’evoluzione del prototipo originario. La sfida è lanciata.

(Sopra la Moto Guzzi Norge GT 1928)
La
C 4V diventa la moto da battere. C è la lettera che da questo
modello in poi distingue le moto da competizione, mentre 4 V è la
sigla che testimonia la presenza delle quattro valvole. Da moto
ufficiale passò alla produzione in piccola serie e divenne la
preferita dei piloti privati, grazie ad un motore in costante
evoluzione. Si allunga anno dopo anno la serie
impressionante di successi della Moto Guzzi che dureranno fino al
1957, anno del ritiro ufficiale dalle corse. Nel ricchissimo palmarès
Moto Guzzi, al momento del ritiro dalle competizioni (1957),
figureranno tra l’altro ben 14 titoli mondiali velocità e 11
Tourist Trophy e oltre tremila vittorie.
Nel
1924, con l’ampliamento degli impianti produttivi, escono dalla
fabbrica ben 713 moto. L’espansione assume un ritmo frenetico. Nel
1925 gli addetti superano le 300 unità e le moto prodotte sono più
di 1200. Nel 1927 si costruiscono 10 veicoli al giorno e nel 1929 si
tocca quota 2500 moto realizzate. I nuovi modelli allargano il
successo come la Guzzi G.T. nata 1928, soprannominata “Norge” per
il raid al Circolo Polare Artico, e l’Airone 250 (1939), per oltre
15 anni la “media cilindrata” più diffusa in Italia. Le
affermazioni nelle competizioni viaggiano di pari passo con le
innovazioni tecnologiche. Nel trionfale Tourist Trophy del 1935 la
Moto Guzzi di Stanley Woods impiega la sospensione posteriore e ben
presto il telaio elastico si diffonde tra tutte le moto da
competizione.
Il rilancio del dopoguerra
Nel
dopoguerra nascono modelli come il Guzzino 65 (“Cardellino”), per
oltre dieci anni la moto più venduta in Europa. In seguito giungono
il leggendario Galletto (1950) e la Lodola 175 (1956). Primo
costruttore mondiale, nel 1950 Moto Guzzi realizza a Mandello del
Lario un’avveniristica galleria del vento. La squadra corse è un
team geniale, in cui lavorano tecnici come Umberto Todero ed Enrico
Cantoni, e un progettista che ben presto entrerà nel mito: il
milanese Giulio Cesare Carcano, padre della Guzzi Otto Cilindri con i
suoi 285 km/h di velocità massima. Nessuno proverà a tentare la
strada di un frazionamento così esasperato. Dei 68 cavalli della
prima serie si arrivo a 75, consentendo alla Guzzi di conquistare
subito una serie di record, rimasti a lungo imbattuti. La moto
dimostra subito tutte le sue qualità, ottenendo numerosi successi in
pista. La Otto Cilindri avrebbe potuto dimostrare ancora per diversi
anni la sua supremazia, ma nel 1957 i produttori italiani decidono di
comune accordo di ritirarsi dalle competizioni e la carriera della
Otto Cilindri, moto unica, si interrompe.

(Nella prima parte degli anni Cinquanta la Guzzi trionfa nei Gp, poi l'inatteso ritiro)
Sono
anni difficili. Prima Giorgio Parodi nel 1955, poi Carlo Guzzi nel
1964 scompaiono. Il mercato della moto entra per la prima volta in
crisi a causa dei cambiamenti del boom economico che porta
all’acquisto in massa dell’automobile. La Moto Guzzi
viene rilevata dalla Seimm e cerca di seguire l’andamento del
mercato dedicandosi al segmento emergente dei ciclomotori con il
Dingo e il Trotter. Contemporaneamente l’ingegner Carcano procede
allo sviluppo di un bicilindrico a V di 90°, propulsore destinato a
diventare il simbolo della Moto Guzzi. Alla fine degli anni ’60
Moto Guzzi su questa base nasceranno modelli come la Guzzi V7, la V7
Special e un altro mito, la Guzzi V7 Sport. Il glorioso bicilindrico
viene declinato anche in cilindrate più piccole con le V35 e V50.
Il
1973 segna il passaggio dell’azienda al gruppo De Tomaso
Industries. Inizia la produzione dei propulsori a 4 cilindri che
porta alla realizzazione della Guzzi 254, nel 1975. Ma il pubblico
mostra di essere legato alla tradizione e al classico bicilindrico a
V, il cuore storico della Moto Guzzi. Il glorioso bicilindrico a V
viene adattato anche alle cilindrate più piccole come la Guzzi V35 e
V50, da cui si svilupperà la produzione degli anni ’80. Produzione
che si ramifica nei due filoni principali delle moto da Gran Turismo
e in quelle ad alte prestazioni. Gran Turismo per eccellenza nella
massima cilindrata è la Moto Guzzi California, che arriva a essere
equipaggiata con l’iniezione elettronica e l’impianto frenante
integrale a tre dischi.
Dedicata
al mercato statunitense, insieme agli altri allestimenti Ambassador
ed Eldorado, adotta la caratteristica motorizzazione 850cc riscoperta
e riproposta nella gamma attuale. Un gusto e un sapore sportivo che
tornano d’attualità negli anni Novanta con la nuova serie
California, Nevada e la V11 Sport. L’eredità sportiva è invece
raccolta ed esaltata da modelli come la Le Mans, la Daytona, la
Centauro e la Sport 1000. Il cammino alla ricerca delle origini porta
alla realizzazione della V11 Sport Rosso Mandello, moto che ha saputo
riaccendere l’entusiasmo degli appassionati di tutto il mondo. La
nuova Moto Guzzi varca così il millennio con il passaggio alla guida
di Ivano Beggio, con una nuova organizzazione per un volo ancora più
ambizioso.
A
fine dicembre 2004 Moto Guzzi entra a far parte del Gruppo Piaggio
(presidente e amministratore delegato Roberto Colaninno), leader
europeo nei veicoli motorizzati a due ruote e tra i principali
costruttori mondiali del settore. Ed è nel segno del rilancio che,
nel marzo 2005, viene subito presentata la Breva 1100, una nuova
proposta italiana di successo nel segmento delle “naked”. Nel
settembre dello stesso anno desta grande clamore, il lancio di Griso
1100, una moto che nasce all’insegna di scelte tecniche e
stilistiche uniche. Breva e Griso sono offerte anche nella classica
cilindrata Guzzi 850cc. Nel maggio 2006, con Norge 1200, Guzzi torna
al granturismo: protezione totale, ciclistica raffinata e nuovo
bicilindrico 1200cc per divorare chilometri nel comfort totale,
grazie alle dotazioni senza compromessi. Norge fa breccia nel cuore
dei 14 giornalisti internazionali che nel luglio 2006 la portano fino
a Capo Nord, 4.429 km sulla via tracciata dall’antenata dell’ing.
Giuseppe Guzzi, la G.T. 500, nel 1928. E a riprova dell’amore che
lega tutti i possessori di una Moto Guzzi, a settembre ben 15mila
Guzzisti, provenienti da oltre 20 Paesi, invadono Mandello del Lario
per le GMG - Giornate Mondiali Guzzi. L'associazionismo Guzzi,
guidato dal Moto Guzzi Club, è sviluppatissimo e registra una
fedeltà senza eguali. Basti pensare che sono oltre 25.000 i soci di
Moto Club di marca nel mondo, guidati dagli USA con 52 Club e sul web
sono più di 70 i siti dedicati a Moto Guzzi.
A Daytona la Guzzi torna alla vittoria nelle corse
Moto
Guzzi non tradisce il grande affetto dei suoi appassionati e il cuore
sportivo dell’Aquila di Mandello torna a pulsare nel marzo 2006:
sul mitico circuito di Daytona, Gianfranco Guareschi centra una
storica “doppietta” con due vittorie nella Battle of Twins.
Successo bissato l’anno dopo, quando sempre Guareschi, in sella
alla fedele Moto Guzzi, vince anche l’edizione 2007. Sulla scia dei
successi d’oltre oceano, l’anima sportiva di Moto Guzzi si
incarna in un nuovo modello, la 1200 Sport. Presenta nell’ottobre
del 2006, la 1200 Sport è una “naked” di classe, ricca di
personalità nel design, nella ciclistica e nell’ergonomia e spinta
dall’ultima evoluzione del bicilindrico a V di 90° da 1.200cc.
Per
il 2007 la casa di Mandello si dimostra più vitale che mai. Già a
fine 2006 viene presentata la Griso 8V - evoluzione
dell’affascinante “nuda” lariana equipaggiata con il nuovo
motore dalla distribuzione 4 valvole per cilindro capace di oltre 110
CV - e la Bellagio, una custom spinta da un bicilindrico 940cc a
corsa corta. Al Salone di Milano vengono presentate in anteprima la
Stelvio 1200 e la V7 Classic. Significativa, sotto il profilo
qualitativo, la vittoria di una commessa per la fornitura di 35 Moto
Guzzi Norge GT in uso alla polizia di Berlino che si uniscono alle 20
Moto Guzzi California Vintage destinate al corpo speciale dei
Corazzieri consegnate nello stesso anno. Il 2009 vede l’introduzione
della V7 Cafè, declinazione sportiva che affianca la versione
Classic, presentata con la Griso. La Stelvio NTX segna
l’introduzione dell’ABS anche sulla maxi enduro targata Mandello.
A
fine 2009 viene annunciato dal Gruppo Piaggio un importantissimo
programma di investimenti che coinvolge non solo lo sviluppo delle
future gamme prodotto di Moto Guzzi, ma anche il sito produttivo di
Mandello del Lario, per renderlo più moderno, funzionale ed
efficiente. Nuovi modelli Moto Guzzi vengono presentati anche nel
2010: le nuovissime grandi 1200 8V a quattro valvole per cilindro –
la Stelvio 1200 8V, la Stelvio 1200 NTX e la Norge GT 8V. Nasce
inoltre la V7 Racer, vera e propria special di serie 750cc che nasce
ispirandosi alle elaborazioni degli anni '70 su base V7 Sport. Nella
stessa cilindrata, equipaggiata con il motore small block, viene
presentata la Nevada Anniversario, che celebra i vent’anni della
“piccola” di Mandello del Lario con una nuova sporty custom che
affianca la popolare ed apprezzata Classic.
Gli anniversari
Il
2011, anno del 90° anniversario di Moto Guzzi, si apre il prototipo
della nuova California, motorizzato da un inedito bicilindrico
trasversale a V di 90° di 1400cc, raccoglie il testimone di una moto
mitica, rilanciando su uno stile inedito che esalta l'architettura
del propulsore e il generoso dimensionamento della sella e del
serbatoio sagomato attorno al corpo cilindri. Ad aprile debutta la
nuova gamma di modelli premium Stelvio e Norge 8V, successivamente
protagonisti a luglio del Raid Internazionale Mandello – Capo Nord
che porta sulle strade percorse da Naco Guzzi nel 1928 la più
autorevole stampa internazionale. Al terminare le celebrazioni
dell’anniversario, c’è l’abbraccio degli oltre 20.000 Guzzisti
giunti a Mandello per le Giornate Mondiali Moto Guzzi. Il 2012 inizia
sotto il segno della nuova gamma V7, dotata di un rinnovato
propulsore ad alta efficienza capace di proiettare in pochi mesi la
nuova media di Mandello in vetta alla classifica delle moto più
vendute dal gruppo. La nuova Moto Guzzi California 1400 cattura
l’attenzione degli appassionati e riconoscimenti in tutto il mondo.
Stile raffinato, avanguardia tecnologica ed eccezionali doti
dinamiche caratterizzano la nuova California 1400 nelle due versioni
Touring e Custom, versioni spinte da un nuovissimo, poderoso
bicilindrico a V da 1400cc, il più grande motore di questa tipologia
mai prodotto in Europa. Costruite a mano nello storico stabilimento
di Mandello, queste nuove ammiraglie dell'industria italiana sono le
prime Cruiser al mondo dotate di controllo di trazione, di tecnologia
“ride by wire” multimappa e di illuminazione diurna a led DRL.

(Il Museo storico rinnova l'amore dei fans per Moto Guzzi)
Nel
2014 c’è la novità della V7 rinnovata completamente: nasce Moto
Guzzi V7II.. La nuova generazione di V7 nasce in tre versioni dalla
personalità distinta: Eclettica, essenziale, la V7 II Stone si
ispira alle tonalità tipiche degli anni ‘70 che risaltano nel
contrasto con il nuovo telaio. V7 II Special è la più vicina allo
spirito originale della sua progenitrice, a cominciare dalla sua
grafica, ispirata alla celebre V750 S3 del 1975. Prodotta in edizione
numerata V7 II Racer conferma per equipaggiamento e dotazioni, quando
presente sulla versione precedente.
Il terzo millennio
Il
2015 porta altre due nuove spettacolari motociclette sviluppate sulla
base del possente bicilindrico 1400cc: Eldorado e Audace. Moderna e
lussuosa, Eldorado è l’erede dell’indimenticabile “850” che,
oltre 40 anni fa, fece la sua fortuna negli States. È una
motocicletta sontuosa e tecnologicamente di avanguardia che guarda
decisamente al futuro. Moto Guzzi Audace è una motocicletta dal
carattere forte e ribelle. Pensata per enfatizzare le spettacolari
prestazioni del possente bicilindrico a V da 1400cc made in Mandello.
Nello stesso anno parte l’iniziativa Moto Guzzi Garage, dedicata
alla customizzazione, un vero atto di amore verso la propria moto.
Una linea completa di accessori declinabili sia liberamente sia
secondo quattro kit ispirati alle storia del marchio dell’aquila.
Sono pezzi e parti speciali che Moto Guzzi ha messo a punto creando
quattro stili e altrettante esperienze di guida ben distinte: Dark
Rider, Scrambler, Legend e Dapper. A questi stili si aggiungono nel
2016 Lady Guzzi (dedicata al pubblico femminile), Alce e Clubber che
richiama le mitiche Café Racer degli anni ’60.
Il
nuovo anno, che segna il 95° anniversario della Casa mandellese, si
apre col lancio commerciale di Moto Guzzi Stornello, declinazione da
fuoristrada leggero della gamma V7II. A oltre cinquant’anni dalla
nascita, torna così uno dei nomi più conosciuti e di successo di
Moto Guzzi, sinonimo di qualità costruttiva, poliedricità e stile
inimitabile. A marzo arriva la V9 una nuova custom di media
cilindrata che nasce declinata in due versioni dalla personalità ben
distinta. La più classica si chiama V9 Roamer mentre V9 Bobber
rappresenta l’animo più dark e sportivo di Moto Guzzi e si
distingue per il look essenziale in total black e per i grossi
pneumatici calzati su cerchi da 16 pollici. A una ciclistica così
sana, leggera e divertente è abbinato un nuovo bicilindrico
trasversale a V di 90° di 850cc. Per il 2016 la
novità più attesa però si chiama MGX-21 Flying Fortress. Dopo
l’esordio ai saloni autunnali si attende il debutto su strada di
una delle Moto Guzzi più spettacolari di sempre, MGX-21 è infatti
la più anticonformista, ricca e tecnologica delle grandi cruiser
1400 costruite a Mandello del Lario per continuare a sognare e
macinare chilometri in sella ad una Moto Guzzi. E ora dopo aver negli ultimi anni ridisegnato la gamma con modelli affascinanti come la Granturismo Stelvio 1200, accolta con entusiasmo dalla clientela, tutta la serie delle rinnovate V7 e la grintosa V85 TT, il traguardo dei cento anni appare come un trampolino di lancio per il futuro dell'Aquila mandellese.
G.C.